Cari lettori e care lettrici,
siamo giunti alla fine del mio percorso riguardante questo blog e... quanta strada abbiamo fatto! In questo ultimo post vorrei ripercorrere insieme a voi tutto quello che ho scritto sulla parola dolore.
Siamo partiti dall'etimologia italiana della parola per arrivare a una dimensione più "universale" trattando e tracciando le origini del termine anche in altre lingue come il cinese mandarino. In seguito abbiamo trattato della mitologia e partendo da una mia storia sulle ipotetiche origini del termine (La figlia perduta di Ares) abbiamo visto come il dolore fosse associato ,nella mitologia greca, a una divinità e , nella mitologia norrena, a un avvenimento importante: il Ragnarok. In seguito abbiamo discusso della relazione tra l'arte e il dolore analizzando le opere e parlando degli artisti del "dolore":
Frida Kahlo e Edvard Munch. Ho anche io provato a realizzare qualcosa di artistico riguardante la mia parola partendo dalla domanda "Cos'è per te il dolore?" ed ecco il risultato! Il mio blog ha anche trattato di filosofia, infatti il concetto di dolore è stato un cardine della riflessione da parte di molti filosofi sin da Platone fino ad arrivare all'epoca moderna, tra cui ricordiamo Cartesio, e anche nell'età contemporanea con uno dei più celebri filosofi di sempre: Arthur Schopenhauer (nonché il mio preferito da cui ho tratto un suo aforisma nel sottotitolo del mio blog).Un altro filone importante che ho trattato riguarda la letteratura.Abbiamo visto come il dolore sia presente in testi in prosa, come nello Zibaldone e nei Quaderni di Emil Cioran, e nei testi in versi, come nella poesia X Agosto di Pascoli.Il penultimo tema che ho trattato è stato il cinema e la tv. Il dolore è spesso presente nei film e nella fiction, in particolare ho deciso di condividere la scena tratta dal film "Il miglio verde" che per me lo rappresenta meglio, ma anche nelle pubblicità si tratta del dolore e in particolare del suo trattamento. E infine abbiamo parlato anche di attualità,discutendo del dolore del nostro paese durante questo periodo di pandemia e di come alcuni di questi fatti di cronaca vengono lucrati dalla televisione.Abbiamo anche parlato del ruolo della scienza nel combattere il dolore analizzando la figura dell'ingegnere biomedico e non dimentichiamoci anche delle osservazioni sullo sfruttamento del nostro pianeta che sono strettamente legate al dolore,sull'etica del dolore e dalle idee utopiche che in passato hanno portato tanto dolore. Ma abbiamo anche discusso di qualcosa di "meno serio" e ci siamo divertiti! Come dimenticare della mappa concettuale ,dell'abbecedario con aggettivi e concetti collegati al dolore e della mia serie tv con protagonisti me e i miei coinquilini!
Volevo ringraziarvi per avermi seguito fino a qui e per aver letto i miei articoli. Mi avete fatto sentire un mini-blogger! Grazie ancora di cuore e alla prossima!
Dario
Dolore
"La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e gioia." (Arthur Schopenhauer)
sabato 6 giugno 2020
giovedì 4 giugno 2020
mercoledì 3 giugno 2020
Quarantena Step#22
TRAMA PRINCIPALE
Nell'anno 2020 tre ragazzi, Dario, Marco, Paolo, decidono di vedersi su Skype per consolare il loro amico Salvatore per via della morte di suo nonno. Durante la discussione il tema principale è il dolore e i ragazzi inizieranno a riflettere proprio su questo concetto.
Puntata #1
I quattro ragazzi si videochiamano su Skype e, dopo aver fatto le condoglianze a Salvatore, Dario inizia a chiedersi "cos'è il dolore?". Da qui inizierà la loro discussione. Marco spiega la sua etimologia ai ragazzi e fa notare anche come sia diversa nel resto del mondo. Paolo fa notare che il concetto di dolore è esistito anche in passato facendo riferimento a Algos,il dio greco del dolore. Dario, proprio su questo argomento, interviene raccontando di aver sentito di una storia che parlava di una figlia perduta di Ares chiamata Dolore. Nel frattempo in tv si sente una pubblicità di un antidolorifico. Mentre i ragazzi continuano a parlare di mitologia, interviene Daniele,il fratello di Dario, che incuriosito del discorso spiega ai ragazzi come il concetto è presente nella letteratura citando i Quaderni di Cioran e la famosa poesia X Agosto. Daniele poi si congeda, consigliando ai ragazzi di dare uno sguardo ai Dialoghi di Platone in cui il tema del dolore è uno dei principali.
Puntata #2
La puntata si apre con delle battute su Platone e su altri filosofi come Cartesio e Schopenhauer che vengono interrotte da Marco che ripensa alla scuola superiore e si chiede se avessimo studiato qualche artista del "dolore". Salvatore pensa subito a Edvard Munch , essendo stato il suo tema all'esame di maturità. Nel frattempo Dario chiede alla sua ragazza Barbara (appassionata di storia dell'arte) se conoscesse qualche dipinto riguardante il dolore e lei gli consiglia di vedere "La colonna rotta" di Frida Kahlo. I ragazzi si rendono effettivamente conto che il dolore è presente in ogni arte. Paolo, riprendendo il discorso delle superiori, fa notare ai ragazzi il film "Il miglio verde" ,che hanno visto con il loro professore di religione, e in particolare la scena finale in cui si nota il dolore della guardia carceraria nel dover giustiziare il condannato a morte. Nel frattempo Dario, vede in tv un servizio del Tg1 sul Covid-19 e fa riflettere i ragazzi del dolore dei medici,dei pazienti e dei loro parenti durante la pandemia.Ma Dario è così colpito che inizia spiegare ai ragazzi cosa vorrebbe fare da grande: l'ingegnere biomedico , per aiutare le persone a non sentire più dolore.
Puntata #3
L'ultima puntata inizia con Marco che manda un meme ai ragazzi riguardante una scena di un programma di Barbara D'Urso e Salvatore fa notare ai ragazzi come questi programmi "di cronaca" lucrano sul dolore delle altre persone. Paolo,nel frattempo, si chiede se il dolore derivi anche dallo sfruttamento del nostro pianeta e dall'inquinamento e ipotizza di un futuro con meno sprechi. Ma Dario un po' scettico afferma che questo futuro è un'utopia affermando che non esiste una società migliore. I ragazzi iniziano ad annoiarsi e Marco allora propone di giocare creando un abbecedario del dolore, e ogni giocatore a turno dovrà dire qualcosa sul dolore. Dopo aver giocato i ragazzi si salutano e dopo aver fatto notare a Salvatore che il dolore può essere anche positivo,facendo degli esempi etici, e che dopo questo brutto momento si riprenderà.
La puntata finisce con Salvatore che sorride e afferma di avere degli amici fantastici.
Nell'anno 2020 tre ragazzi, Dario, Marco, Paolo, decidono di vedersi su Skype per consolare il loro amico Salvatore per via della morte di suo nonno. Durante la discussione il tema principale è il dolore e i ragazzi inizieranno a riflettere proprio su questo concetto.
Puntata #1
I quattro ragazzi si videochiamano su Skype e, dopo aver fatto le condoglianze a Salvatore, Dario inizia a chiedersi "cos'è il dolore?". Da qui inizierà la loro discussione. Marco spiega la sua etimologia ai ragazzi e fa notare anche come sia diversa nel resto del mondo. Paolo fa notare che il concetto di dolore è esistito anche in passato facendo riferimento a Algos,il dio greco del dolore. Dario, proprio su questo argomento, interviene raccontando di aver sentito di una storia che parlava di una figlia perduta di Ares chiamata Dolore. Nel frattempo in tv si sente una pubblicità di un antidolorifico. Mentre i ragazzi continuano a parlare di mitologia, interviene Daniele,il fratello di Dario, che incuriosito del discorso spiega ai ragazzi come il concetto è presente nella letteratura citando i Quaderni di Cioran e la famosa poesia X Agosto. Daniele poi si congeda, consigliando ai ragazzi di dare uno sguardo ai Dialoghi di Platone in cui il tema del dolore è uno dei principali.
Puntata #2
La puntata si apre con delle battute su Platone e su altri filosofi come Cartesio e Schopenhauer che vengono interrotte da Marco che ripensa alla scuola superiore e si chiede se avessimo studiato qualche artista del "dolore". Salvatore pensa subito a Edvard Munch , essendo stato il suo tema all'esame di maturità. Nel frattempo Dario chiede alla sua ragazza Barbara (appassionata di storia dell'arte) se conoscesse qualche dipinto riguardante il dolore e lei gli consiglia di vedere "La colonna rotta" di Frida Kahlo. I ragazzi si rendono effettivamente conto che il dolore è presente in ogni arte. Paolo, riprendendo il discorso delle superiori, fa notare ai ragazzi il film "Il miglio verde" ,che hanno visto con il loro professore di religione, e in particolare la scena finale in cui si nota il dolore della guardia carceraria nel dover giustiziare il condannato a morte. Nel frattempo Dario, vede in tv un servizio del Tg1 sul Covid-19 e fa riflettere i ragazzi del dolore dei medici,dei pazienti e dei loro parenti durante la pandemia.Ma Dario è così colpito che inizia spiegare ai ragazzi cosa vorrebbe fare da grande: l'ingegnere biomedico , per aiutare le persone a non sentire più dolore.
Puntata #3
L'ultima puntata inizia con Marco che manda un meme ai ragazzi riguardante una scena di un programma di Barbara D'Urso e Salvatore fa notare ai ragazzi come questi programmi "di cronaca" lucrano sul dolore delle altre persone. Paolo,nel frattempo, si chiede se il dolore derivi anche dallo sfruttamento del nostro pianeta e dall'inquinamento e ipotizza di un futuro con meno sprechi. Ma Dario un po' scettico afferma che questo futuro è un'utopia affermando che non esiste una società migliore. I ragazzi iniziano ad annoiarsi e Marco allora propone di giocare creando un abbecedario del dolore, e ogni giocatore a turno dovrà dire qualcosa sul dolore. Dopo aver giocato i ragazzi si salutano e dopo aver fatto notare a Salvatore che il dolore può essere anche positivo,facendo degli esempi etici, e che dopo questo brutto momento si riprenderà.
La puntata finisce con Salvatore che sorride e afferma di avere degli amici fantastici.
martedì 2 giugno 2020
Dolore e etica Step#21
Il dolore si può considerare una malattia nella malattia in
quanto peggiora la vita della persona ammalata, con effetti negativi sul piano
fisico, psicologico, relazionale,quindi la cura del dolore è un dovere etico e un esempio di
buona pratica clinica.L’ascolto degli ammalati è di fondamentale importanza per capire qual è la dimensione del dolore, la sua
sopportabilità, i risvolti emotivi e relazionali e per decidere il tipo di trattamento.
Ma il dolore può anche avere aspetti positivi,infatti alcune esperienze dolorose ci fanno maturare,crescere e andare avanti.
venerdì 29 maggio 2020
Zibaldone Step#20
Il 5 Luglio 1822 Leopardi affida questa nota dello Zibaldone:
(...) perocchè l'uomo e il vivente non può essere privo della perfezione della sua esistenza, e quindi della sua felicità, senza patire, e senza infelicità. E tra la felicità e l'infelicità non v'è condizione di mezzo. Quella è il fine necessario,continuo e perpetuo di tutti gli atti esterni ed interni, e di tutta la vita dell'animale. Non ottenendolo, l'animale è infelice;
Dalla nota si ricavano alcuni concetti interessanti. Innanzitutto emerge un'idea di forte indissolubilità tra felicità e infelicità, tra patimento e felicità. È anzi la coscienza del dolore come componente ineliminabile dell'esistenza che consente anche solo l'immaginare o concepire la perfezione dell'esistenza. In secondo luogo, Leopardi sostiene che tra il polo basso dell'infelicità e del dolore e quello alto della felicità non esiste una gradazione di alternante, bensì una gradazione senza soluzione di continuità tra il minimo e il massimo ingrediente della medesima tastiera esistenziale. Ciò costituisce in un certo senso la premessa per la considerazione finale. Senza aver letto Schopenhauer, Leopardi sostiene che il dolore è nella mancata realizzazione del polo positivo, nella tendenza continuamente mortificata dell'animale-uomo alla pienezza del senso e della realizzazione del sè. Il mancato ottenimento, che è la frustrazione del non conseguire il polo positivo, ma il dover fare i conti con la componente del dolore, anticipa certe oscillazioni e movimenti pendolari che più tardi sarebbero stati appannaggio della filosofia negativa di Danzica ( sebbene in questo caso la dialettica oscillatoria prevede dall'altro polo quello della noia).
(...) perocchè l'uomo e il vivente non può essere privo della perfezione della sua esistenza, e quindi della sua felicità, senza patire, e senza infelicità. E tra la felicità e l'infelicità non v'è condizione di mezzo. Quella è il fine necessario,continuo e perpetuo di tutti gli atti esterni ed interni, e di tutta la vita dell'animale. Non ottenendolo, l'animale è infelice;
Dalla nota si ricavano alcuni concetti interessanti. Innanzitutto emerge un'idea di forte indissolubilità tra felicità e infelicità, tra patimento e felicità. È anzi la coscienza del dolore come componente ineliminabile dell'esistenza che consente anche solo l'immaginare o concepire la perfezione dell'esistenza. In secondo luogo, Leopardi sostiene che tra il polo basso dell'infelicità e del dolore e quello alto della felicità non esiste una gradazione di alternante, bensì una gradazione senza soluzione di continuità tra il minimo e il massimo ingrediente della medesima tastiera esistenziale. Ciò costituisce in un certo senso la premessa per la considerazione finale. Senza aver letto Schopenhauer, Leopardi sostiene che il dolore è nella mancata realizzazione del polo positivo, nella tendenza continuamente mortificata dell'animale-uomo alla pienezza del senso e della realizzazione del sè. Il mancato ottenimento, che è la frustrazione del non conseguire il polo positivo, ma il dover fare i conti con la componente del dolore, anticipa certe oscillazioni e movimenti pendolari che più tardi sarebbero stati appannaggio della filosofia negativa di Danzica ( sebbene in questo caso la dialettica oscillatoria prevede dall'altro polo quello della noia).
mercoledì 27 maggio 2020
Utopia: un ideale pericoloso Step#19
In questo articolo andrò a spiegare come mai l'utopia e i suoi ideali sono pericolosi, e soprattutto come esse possono sfociare nel loro opposto, carico di dolore e ingiustizie.
La convinzione che gli esseri umani siano perfettibili porta
inevitabilmente all’errore di voler progettare società esemplari per una specie
che, in realtà, è manchevole. Non esiste un modo di vivere che sia migliore in
assoluto perché esiste una grande varietà di stili di vita a cui le persone
aspirano; non esiste “la società migliore”, ma solo una serie di modelli
dettati dai vari aspetti della nostra natura. Molti degli esperimenti utopistici dell’Ottocento sono
stati relativamente innocui: hanno coinvolto poche persone e non hanno avuto un
reale potere economico e politico; se invece quest’ultimi ci fossero stati, i
sognatori utopici si sarebbero trasformati in distopici assassini. Le persone
agiscono in base a ciò che credono, e se si comincia a credere che l’unica cosa
in grado di impedire a te, alla tua famiglia, alla tua etnia o alla tua
religione di andare in paradiso sia qualche altra persona o qualche altro
gruppo, allora quelle azioni non conoscono limiti. Dall’omicidio al genocidio,
nel nome di convinzioni religiose o ideologiche, sono state uccise moltissime
persone nella storia dei conflitti umani: dalle Crociate all’Inquisizione,
dalla caccia alle streghe alle guerre religiose dei secoli passati, fino alle
guerre mondiali, ai pogrom e ai genocidi novecenteschi.
Questa è la dimostrazione che pensieri utopici possono causare dolore e sofferenze
lunedì 25 maggio 2020
Volontà e dolore Step#18
Il filosofo contemporaneo di cui parlerò in questo articolo è il filosofo del dolore per eccellenza: Arthur Schopenhauer.
Schopenhauer ha una visione tragica e sconsolata della
condizione umana e considera il mondo dominato da una forza irrazionale che è
la volontà. La tesi principale di Schopenhauer è che la realtà sia costituita
da una forza cieca presente ovunque, non riconducibile alla ragione, ossia la
volontà. Egli identifica la realtà con la volontà.
La radice dell’infelicità umana sta nel fatto che la volontà
in sé è infinita, ma si oggettiva in esseri finiti, i quali rappresentano
quindi una forma inadeguata per la realizzazione di quella volontà infinita.
Ma la volontà continua a vivere negli esseri spingendoli ad
una continua affermazione di sé, a una lotta di ciascuno contro tutti, e ogni
atto che l’uomo compie non è altro che l’affermarsi di questa volontà
(uomo:strumento della volontà).
La volontà non può mai soddisfare pienamente se stessa, quindi
la nostra vita è essenzialmente dolore, poiché è mossa da un perenne stato di
insoddisfazione. Quando un desiderio viene soddisfatto, si consegue uno stato
di appagamento e di piacere, che non è altro un momento di breve durata e non
uno stato stabile. Il piacere viene inteso quindi come cessazione del dolore.
Quando un desiderio viene poi appagata termina con esso anche il piacere, e
sorge dunque la noia, che è peggiore del dolore stesso. Schopenhauer afferma
infatti che dei sette giorni della settimana, sei sono colmi di fatica e
sudore, il settimo è noia. Infatti,riprendendo la sua citazione che ho inserito insieme al titolo del mio blog:
La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente
tra il dolore e la noia, passando per l'intervallo fugace, e per di più
illusorio, del piacere e della gioia.
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